RADICI
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RADICI

«Perché gli alberi hanno una gamba sola?», mi ha chiesto una volta un bambino cogliendone la caratteristica che, insieme al legno che ne forma i tessuti, più li distingue nel mondo vegetale.

Mettendo da parte la botanica, ho risposto che a loro basta, perché sono gli esseri che meglio tengono in equilibrio se stessi, il pianeta e gli uomini.

I tronchi che si perdono nel cielo sono sostenuti da masse di radici; il sole, quando le foglie cadono, torna a nutrire la terra in un ciclo infinito.

Per gli uomini, diceva Plinio, sono il dono più grande degli dei.

Ne mangiamo i frutti, usiamo il legno, godiamo dell’ombra.

Ancora ominidi, ci arrampicavamo su di essi per fuggire alle bestie predatrici, illuminavamo e riscaldavamo le notti e le grotte, attraversavamo i mari. Ben presto abbiamo imparato ad apprezzare i loro frutti e le conseguenze del piacere, cogliendo il primo da un albero della conoscenza, insieme del bene e del male. Sulla parete interna della loro corteccia, che i botanici chiamano libro, abbiamo iniziato a scrivere.

Abbiamo passato gran parte del nostro tempo a tagliarli e a bruciarli, molto meno a piantarli, togliendo equilibrio al pianeta, privandolo di quelle colonne – dicevano gli indiani – che impediscono che il cielo ci caschi sulla testa.

È quello che sta succedendo: le radici non trattengono più colline e montagne che franano, le foglie raccolgono meno CO2 che, non conservata nella materia del legno, si libera nell’aria a cambiare insopportabilmente il clima.

Se non si piantano più alberi, non si raccoglierà il loro prodotto più prezioso: il futuro.

Anche l'albero più maestoso, impiega anni a mettere radici nella terra madre che lo cura e lo nutre con il suo amore, unito al padre cielo, che dona aria e calore.

L'essere umano, non mette radici nella terra, ma nel contesto sociale  in cui esso vive.

Partecipando nella sua evoluzione di individuo riconosciuto utile alla vita politica locale.

Anche lui ha bisogno di nutrimento, da parte della famiglia " i genitori",  della comunità " insegnanti e amici " e del governo.

Se questi elementi di cura vengono a mancare all'essere umano come all'albero, ogni vità sarebbe inutile.

Ogni forma di competizione e umiliazione distruggono la possibilità di ricevere nutrimento e mettere radici.

L'infanzia non è il luogo dove si raccolgono i frutti, ma dove si impara a rimanere in piedi. 

 

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