GRUPPO O SQUADRA?
GRUPPO O SQUADRA?

GRUPPO O SQUADRA?

Fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e conoscenza. Canto di Ulisse ” La Divina Commedia”.

Da quando l’uomo ha iniziato a vivere in comunità, ha sviluppato due caratteristiche di specie :

  • il linguaggio
  • il ruolo nel gruppo

Il linguaggio si è sviluppato grazie all’astrazione simbolica e ai rituali religiosi. Intendiamo religioso in questo caso il mistero dell’universo e dello spazio celeste che dominava il creato. L’interazione tra i vari soggetti necessitava di tempi e spazi in cui muoversi senza invadere la proprietà o territorio altrui. Un pò come succede oggi in un branco, in un gruppo di primati.

Il gruppo è un modo di descrivere il riconoscimento tra i vari elementi e individui che vi appartengono, ognuno con caratteristiche fisiche e psichiche ben riconoscibili. In questa chiave evolutiva, l’uomo, in milioni di anni ha affinato la capacità di sopravvivenza, divenendo un essere sociale ed empatico . Al punto che il peggior torto che si potesse fare ad un membro del gruppo era quello di escluderlo e allontanarlo dal luogo della comunità.

Pratica ancora oggi utilizzata nei migliori gruppi istituzionali, lavorativi e familiari. Cosa deve farci pensare questa pratica discriminatoria così radicata nella memoria dell’uomo ?.

E’ molto probabile che appartenere ad un gruppo non sia la migliore scelta di vita felice, anzi… , perché si basa sulla competizione, sul boicottaggio e sul conflitto. Se vogliamo esprimerci in modo pragmatico, un gruppo vive per uccidere il suo leader e allontanare i più deboli in un ciclo infinito. Una società fondata sulla competizione e sui leader è una società violenta, conflittuale e senza possibilità di futuro. E’ l’essenza della guerra!

Lo sport in questo caos ci viene in aiuto, dimostrandoci che un gruppo se non diviene squadra non ha nessuna possibilità di vincere o metaforicamente di sopravvivere. Di esempi ne abbiamo diversi, e alcuni molto emozionanti.

Il pensiero si sposta da fuori a dentro, da competitivo a competente. Un bel passo evolutivo che il ” gioco” ha portato a sviluppare nell’uomo sapiens.

Nella scuola cosa osserviamo? Competizione, leadership incompetente, bullismo, mediocrità , isolamento e spesso abbandono. Esattamente ciò che accade nei primati e negli animali che vivono in gruppo. Raccapricciante direi…

Insegnare ai ragazzi a fare squadra è un atto d’amore e rispetto, significa elevarli alla responsabilità dei loro talenti, al sacrificio e all’umiltà di un “ruolo” diverso. Non è più forte chi si batte i pugni sul petto, ma chi aiuta a risollevarsi il compagno di squadra !!!!!

Buona ricerca!!!!



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