Lo sviluppo della “didattica metacognitiva” è stato massicciamente affrontato nella letteratura ad opera di vari studiosi, proprio in base al fatto che essa va a rinforzare non solo le competenze di base, ma anche quelle trasversali (come i processi cognitivi superiori quali attenzione e memoria).
- Innanzitutto, occorre effettuare un lavoro volto a rendere consapevole il soggetto del funzionamento intellettivo generale e delle potenzialità del nostro cervello. Ovvero come funzionano i processi cognitivi, quali sono i processi emotivo-motivazionali che possono intercorrere, le abilità logiche su cui strutturare il ragionamento, la neuroplasticità;
- successivamente, è necessario sviluppare la consapevolezza del proprio funzionamento cognitivo e favorire i processi di autoconsapevolezza dei propri mezzi. È inoltre necessario aiutare il soggetto a conoscere e riconoscere limiti e potenzialità della propria mente;
- in terzo luogo, il monitoraggio dei processi cognitivi deve essere perpetuo, costante e flessibile. Variabili intervenienti possono scompensare il soggetto con un livello di facilità strettamente dipendente dalle sue capacità di resilienza. Pertanto la capacità di riorganizzare risorse e obiettivi acquisisce notevole importanza all’interno di una didattica finalizzata a “imparare ad imparare”;
- infine, lavorare su stili attributivi adattivi consente di cristallizzare i processi metacognitivi, facendo sì che il background motivazionale del soggetto sia sempre tenuto in considerazione. La percezione positiva del sé si allinea con la percezione di una persona capace di ottenere successi in qualsiasi processo di apprendimento.