“A ciascuno il compito di trasformare le proprie ferite in punti di inserimento per le ali”
J.W.N. Sullivan
Il ruolo centrale delle qualità delle relazioni interpersonali, soprattutto quelle della tenera età, sta nel favorire il raggiungimento del benessere personale e della salute mentale.
Questo è determinato essenzialmente dalla capacità di fornire approvazione e sicurezza, promuovendo il superamento dei bisogni di natura pulsionale e istintintiva. Questa operazione di “mettere in sicurezza” distoglie l’attenzione da alcuni aspetti della realtà che potrebbero perturbare il bambino in modo profondo.
Le caratteristiche esistenti nella personalità, che non sono quelle approvate o disapprovate dai genitori e da altre figure importanti al bambino, l’ Io ne rifiuta la consapevolezza, non ammette che vi sia coscienza e non le nota, così questi impulsi, desideri e bisogni vengono fuori senza associazione con l’Io cioè dissociati. (H.S. Sullivan 1947).
Sullivan formulò la sua “Teoria interpersonale” tra il 1929 e il 1930 e la espose nella sua unica pubblicazione del 1947 “La moderna concezione della psichiatria”. L’enfasi che egli pose sull’importanza nello sviluppo della personalità dei rapporti interpersonali, ha costituito un contributo fondamentale all’evoluzione della teoria delle relazioni oggettuali.
L’ Io viene approvato dalle altre persone importanti per il bambino, Ogni tendenza della personalità che non sia approvata, ma che anzi sia fortemente disapprovata, viene dissociata dalla coscienza personale.
L’esclusione di alcuni dati della realtà intollerabili per la coscienza, potrebbero avere una certa utilità per favorire la concentrazione su certi compiti, proteggendo il bambino da stimoli disturbanti come la disattenzione selettiva.
Saper controllare e saper modificare questo flusso di energie e informazioni, alla base di una sana regolazione, sono delle abilità che possono essere insegnate nelle famiglie con attaccamento sicuro, in psicoterapia e in altri contesti educativi che promuovono la capacità di vedere e dare forma al mondo interno. Questa capacità, chiamata “visione mentale“, consente al bambino non solo di percepire la vita mentale interna propria e altrui con maggiore chiarezza, ma illumina anche su come si può cambiare questo mondo interiore per raggiungere un migliore stato di salute.
La salute dal punto di vista della neurobiologia interpersonale è definita come integrazione (Siegel, 2011).