SENZA ORIGINALITA’ NON PUO’ ESSERCI FELICITA’
SENZA ORIGINALITA’ NON PUO’ ESSERCI FELICITA’

SENZA ORIGINALITA’ NON PUO’ ESSERCI FELICITA’

La creazione di qualcosa di nuovo non viene realizzata dall’intelletto, ma dall’istinto al gioco che agisce per una necessità interiore. La mente creativa gioca con gli oggetti che ama. C.G. Jung

Per quanto riguarda il rapporto tra gioco e creatività, numerose prove empiriche hanno portato a consolidare l’ipotesi che esista una relazione tra i due fenomeni (Tsai, 2012; Russ, 2003; Russ, Wallace, 2013), e che questa relazione chiami in causa i processi evolutivi.F

Quindi, si può sostenere che la creatività emerga dal gioco in senso evolutivo (nel percorso di sviluppo individuale), ma vi sono prove a favore dell’ipotesi che vi discenda anche in senso evoluzionistico (come strategia adattiva della specie). Infatti, secondo una prospettiva evoluzionistica, il gioco è una tendenza di base innata, dotata di un valore per la sopravvivenza della specie, sulla quale si fondano una serie di capacità di adattamento al proprio ambiente naturale e sociale che nella nostra specie hanno il proprio apice nella creatività (Pellegrini, Dupuis, Smith, 2007). Le neuroscienze affettive (Panksepp, 1998) individuano uno specifico circuito emozionale/motivazionale del gioco, il PLAY system, comune a tutti i mammiferi, che si dimostra cruciale nello sviluppo di abilità e competenze necessarie per la socializzazione e l’adattamento. Questo sistema, radicato nei circuiti sotto-corticali di tutti i mammiferi e intrinsecamente motivante, nella specie umana è integrato con le funzioni neocorticali e contribuisce al loro pieno sviluppo, promuovendo la capacità di assumere la prospettiva dell’altro, le facoltà immaginative e la simbolizzazione. In altri termini, il gioco esprime e potenzia la naturale spinta esplorativa presente in ogni specie, che realizza non solo la tendenza a sopravvivere ma soprattutto quella a prosperare. Inoltre, grazie alla sua dimensione sociale, il gioco consente di esplorare congiuntamente e in condizioni di relativa sicurezza l’ignoto per trovare nuove possibilità di azione al di fuori di ciò che è già conosciuto. In questo modo, si viene a creare uno “spazio creativo” che espande progressivamente il raggio di azione e la capacità di adattamento all’ambiente e di padronanza su di esso.Se la ricerca di novità, che caratterizza l’attitudine giocosa, è il motore di ogni processo creativo, è pur vero che il nostro rapporto con ciò che non conosciamo è inevitabilmente caratterizzato da una forte ambivalenza, poiché la linea di demarcazione tra il piacere della scoperta e la paura dell’ignoto non è sempre facile da individuare. Negli ultimi decenni, l’idea che la crescita personale e la creatività comincino proprio là dove si oltrepassa il confine della propria comfort zone (Fig.2) ha colonizzato il pensiero di senso comune andando ben oltre il contesto di appartenenza di questo concetto, nato originariamente nell’ambito della psicologia aziendale e dell’auto-aiuto (Robbins, 1986; Jeffers, 1987) e divenuto in breve tempo una sorta di ricetta pronto-uso per il superamento dei propri limiti e la conquista del successo (White, 2009; Brown, 2010), sostenuta da slogan del tipo: «la vita/crescita comincia dove finisce la tua zona di comfort» (Robbins, 1986; Walsh, 1995).

Un aspetto a mio parere particolarmente confondente di questa retorica del superamento dei propri limiti effettuata lanciando un guanto di sfida alla paura del cambiamento è che tende a suggerire una visione eroica e individualistica della crescita personale e del cambiamento: la nostra zona di comfort è nemica della crescita, è il guscio protettivo nel quale cerchiamo rifugio dalla vita, e crescere significa rompere senza indugi quel guscio, facendo appello alla propria forza di volontà. Ebbene, tutto quello che oltre mezzo secolo di studi nell’ambito della infant research ci ha insegnato sul rapporto tra la sicurezza (comfort) e la crescita (growth) contrasta apertamente con questa visione. La teoria dell’attaccamento (Bowlby, 1969-1980) indica chiaramente che la sicurezza interpersonale è la base sicura da cui parte ogni esplorazione felice ed efficace, e il porto sicuro al quale immancabilmente si ritorna per condividere ogni conquista.

Lascia un commento

Shares
Copy Protected by Chetan's WP-Copyprotect.