GIFTEDNESS
GIFTEDNESS

GIFTEDNESS

I bambini sono dotati quando le loro capacità sono significativamente al di sopra della norma per la loro età.

Il dono può manifestarsi in uno o più ambiti quali: intellettuale, creativo, artistico, di leadership, o in uno specifico campo accademico come le arti linguistiche, la matematica o le scienze.

E’ difficile stimare il numero assoluto di bambini dotati, perché il calcolo dipende dal numero di aree, o domini, da misurare e dal metodo usato per identificare i bambini dotati. Tuttavia, molti considerano che i bambini dotati sono il 10% rispetto alla totalità.

È importante notare che non tutti i bambini dotati sono uguali o agiscono allo stesso modo. Il dono esiste in ogni gruppo demografico e tipo di personalità. E ‘importante che gli adulti guardano con attenzione per scoprire il potenziale e sostenere i bambini dotati mentre raggiungono il loro meglio personale.

La capacità intellettuale è una capacità intellettuale significativamente superiore alla media.

Il dono è una caratteristica che inizia alla nascita e continua per tutta la durata della vita.

Il dono non è un indicatore del successo, ma piuttosto dell’attitudine o della capacità intrinseca di imparare.

I bambini dotati spesso si sviluppano in modo asincrono; le loro menti sono spesso in anticipo sulla loro crescita fisica, e specifiche funzioni cognitive ed emotive sono spesso in fasi di sviluppo diverse.

Anche gli individui dotati vivono il mondo in modo diverso, dando luogo a problemi sociali ed emotivi unici.

Alcune ricerche suggeriscono che i bambini dotati hanno una maggiore “sovraeccitabilità” psicomotoria, sensuale, immaginativa, intellettuale ed emotiva.

Molte scuole usano una varietà di misure delle capacità e del potenziale degli studenti per identificare i bambini dotati.

Questi possono includere portafogli di lavoro degli studenti, osservazioni in classe, misure di rendimento e punteggi di intelligenza.

La maggior parte dei professionisti dell’istruzione accetta che nessuna singola misura può essere utilizzata isolatamente per identificare accuratamente un bambino dotato.

Cosa si intende esattamente per “plusdotazione cognitiva”?
Questo concetto intende fare riferimento a quegli studenti che presentano un potenziale tale da superare le aspettative in varie discipline, anche di due o tre anni, rispetto ai loro coetanei (Rigon et al., 2017, 46).

Caratteristiche della giftedness:
Un bambino gifted presenta, quindi, secondo gli autori, notevoli capacità, quali:

– Una spiccata capacità di esprimersi verbalmente: vocabolario più sviluppato rispetto ai coetanei, capacità di imparare facilmente nuove parole, di usare precocemente frasi più lunghe e complesse, di utilizzare un linguaggio diversificato a seconda del contesto (per esempio, nell’interazione con una persona adulta), di sviluppare un pensiero maggiormente complesso.

– Un’ottima memoria: osservabile, ad esempio, nello svolgimento dei compiti.

– Interesse nella sperimentazione: il bambino gifted tende ad annoiarsi se sottoposto ad attività, accademiche e non, ripetitive e poco stimolanti, cercando al contrario di mettersi in gioco e sperimentare cose nuove.

– Intensa immaginazione e creatività;

– Spiccato senso dell’umorismo;

– Forte senso di giustizia;

– Tendenza a impegnarsi in temi politici o sociali;

– Marcata sensibilità: 
un bambino plusdotato tende a vivere le proprie emozioni con forte intensità, al punto che spesso è presente uno sviluppo asincrono (asimmetrico) tra il proprio sviluppo cognitivo e quello emotivo, caratterizzato invece da atteggiamenti, a volte, “infantili” e non in linea con la propria età. A tal riguardo, nella sua teoria sullo sviluppo emotivo, Dabrowski (1964) afferma come un bambino plusdotato tenda a sentire ed esprimere le proprie emozioni in maniera amplificata.

– Energia psicomotoria e intolleranza verso gli altri: il bambino gifted può sviluppare atteggiamenti di iperattività e poco propositivi e concilianti verso i suoi coetanei (classiche le esclamazioni del tipo: “Odio il mondo intero!”), al punto che spesso e volentieri viene confuso ed etichettato come un bambino con disturbi esternalizzanti, quali ad esempio il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD).

Profili della giftedness a scuola:
Secondo Betss e Neihart (1988), esistono 6 diversi profili di giftedness:

– Studente “di successo”: è un bambino adeguato al contesto scolastico, che è in grado di raggiungere buoni risultati senza lavorare intensamente e che tende ad accontentarsi; inoltre, è poco preparato alle sfide quotidiane e non è consapevole delle proprie mancanze. E’ presente, in questo profilo, un perfezionismo “sano”.

– Studente “creativo”: è un bambino insicuro e spesso arrogante, che tende a non conformarsi al sistema scolastico (non vedendone i vantaggi personali), mostrando molta energia e manifestando disagio nel contesto scolastico attraverso l’attuazione di condotte disturbanti all’interno della classe, finalizzate ad attirare l’attenzione dei propri compagni, in quanto annoiato e non stimolato dalla lezione, vista come poco “sfidante”.

– Studente “sotterraneo”: è un bambino spesso insicuro e ansioso, poco tollerante alla frustrazione e vulnerabile psicologicamente; manifesta disagio a scuola.

– Studente “a rischio”: questo profilo è caratterizzato dalla possibilità del bambino di sviluppare esclusivamente atteggiamenti prosociali o, al contrario, condotte tipicamente antisociali, quali bullismo, devianza, abuso di sostanze, etc.

– Studente “doppiamente eccezionale”: in questo profilo, il bambino presenta contempoareamente una plusdotazione cognitiva e un disturbo in un’altra area tra i seguenti: DSA, ADHD, DOP, Disturbi dell’Umore. Si osservano bassi livelli di autostima e sentimenti di disagio nel contesto scolastico.

 Studente “autonomo”: è un bambino gifted sicuro di sé, motivato, entusiasta e con la capacità di instaurare buone relazioni con i pari e con gli insegnanti.

Si deduce come necessaria, quindi, l’instaurazione di un “contratto di apprendimento” tra l’insegnante e lo studente gifted, con l’obiettivo sia di tutelare i suoi bisogni come plusdotato, sia di decrementare nel bambino l’attuazione di condotte atte a ostacolare l’andamento della lezione in classe, in quanto viste come noiose, poco stimolanti e particolarmente “semplici”. Un contratto di apprendimento, infatti, presenta le seguenti caratteristiche:

– E’ un accordo scritto;
– E’ un patto dove vengono negoziati gli obiettivi e le regole di lavoro tra alunno e insegnante;
– Solitamente inizia dalla spiegazione di quegli argomenti dove il bambino plusdotato ha mostrato maggiore interesse e coinvolgimento, per poi giungere a spiegare le altre tematiche “di routine”.
– Viene data allo studente gifted la possibilità di poter studiare alcuni contenuti autonomamente e in un lasso di tempo minore rispetto alla classe di appartenenza.

Uno studente plusdotato cognitivamente, nonostante dimostrato ottenere un Quoziente Intellettivo (QI) maggiore o uguale a 130, non equivale ad uno “studente modello”; ad esempio, uno studente gifted potrebbe eccellere nella matematica e, al tempo stesso, avere dei risultati, anche mediocri o addirittura sotto la media rispetto all’età, nella produzione di un testo scritto (Rigon et al., 2017, 48). Un bambino plusdotato, quindi, si trova inevitabilmente a vivere una situazione di differenziazione rispetto ai suoi compagni di classe coetanei e, per questo motivo, risulta importante sostenere al meglio le sue necessità e al tempo stesso non trascurare le sue abilità e le sue potenzialità.


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