L’uomo possiede la capacità di costruire linguaggi, con i quali ogni senso può esprimersi, senza sospettare come e che cosa ogni singola parola significhi. Il linguaggio comune è una parte dell’organismo umano non meno complicato di questo. Ludwic Wittgenstein
Il linguaggio è una attività, uno strumento che permette molti usi, che rende possibili operazioni diverse.
Come in una cassetta per gli attrezzi, ogni strumento ha una sua forma ed una sua utilità, ciascuno di essi assolve ad una funzione, e permette determinate attività piuttosto che altre. Quanti segni, parole e proposizioni ci sono?. Questa molteplicità non è qualcosa di rigori di fisso, ma crea nuovi tipi di linguaggio.
Nuovi giochi linguistici, come potremo dire sorgono ed altri invecchiano e vengono dimenticati. La molteplicità dei giochi linguistici è pressoché infinita e le possibili varianti non possono essere determinate in maniera conclusiva, visto che il linguaggio è una continua evoluzione.
Le regole del gioco non sono, quindi qualcosa di puramente arbitrario, ma relative ad una certa attività, ad una certa forma di vita. Le relazioni che stabiliamo tra i singoli casi non sono relazioni di identità ma di somiglianza.
L’attività linguistica, non è un semplice correlato dei pensieri, ma un suo elemento essenziale. Per suo mezzo è infatti possibile riconoscere per due volte la stessa “immagine”, ritornare due volte sugli stessi pensieri.
La capacità riflessiva, la cifra essenziale dell’uomo, è pertanto strettamente legata ad uno strumento pubblico quale è il linguaggio, il quale è una attività sociale. Per questa via è dunque possibile dimostrare che la capacità razionale dell’uomo dipende dalla sua natura socievole e dal suo inserimento in un genere. Nella oscillazione delle teorie di Wittgenstein, viene a prevalere in modo sempre più manifesto la visione allargata che connette la regola all’uso e il gioco alla vita (o, se vogliamo, alle forme di vita). Questo allargamento porta con sé una correlativa idea allargata di linguaggio.